Fili Invisibili
Storie di vita stra-ordinarie tra Padre Pio e Perugia
Chi ha letto il libro lo sa: solo alcuni dei “fili” che legano la chiesa di Castel del Piano a Padre Pio sono stati svelati ai nostri occhi. Il libro racconta queste meravigliose storie che hanno “preparato” il nostro territorio al dono della chiesa dedicata a San Pio.
Nel tempo, scrivevamo nel libro, altre storie si riveleranno.
E’ successo.
Di seguito vi raccontiamo infatti un nuovo “filo”, divenuto visibile soltanto pochi giorni fa.
E’ il racconto di Lucio Ferranti.
Nel quadro d’insieme che il libro tratteggia, anche la sua è una testimonianza preziosa.
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Lucio Ferranti
Il viaggio è particolarmente difficile. Sotto tutti i punti di vista. Siamo nella primavera inoltrata del 1945.
E’ in corso l’operazione che passerà agli annuali con il nome “Craftsman”. Così si chiamano in codice le attività delle forze alleate per sferrare il colpo finale alla presenza tedesca in Italia.
Si combatte su tutta la penisola e i nazisti lentamente si ritirano. Nel farlo, distruggono tutto quel possono. In particolare prendono di mira i ponti, così da rallentare eventuali inseguitori.
E’ soprattutto per questo motivo che il viaggio è così difficile.
Da Castel del Piano a San Giovanni Rotondo passando solo per strade secondarie, poco battute. Cercando ponti non danneggiati dai tedeschi in ritirata.
Ci vogliono due giorni.
Per di più si viaggia non certo comodi. Sono tutti all’interno di un camion Isotta Fraschini. Sotto il telone, tre panche in legno: due ai lati, una al centro. Si viaggia così, seduti sul piano di carico.
Un viaggio faticoso, pesante. Due giorni su un camion, su strade malmesse, piene di buche. Con la paura anche di fare brutti incontri. Ma per gli uomini e le donne che viaggiano, non è un problema.
Ne vale la pena. La meta è il convento di San Giovanni Rotondo.
Assistere alla messa celebrata da Padre Pio, avere l’opportunità di confessarsi con lui. Il sacrificio che fanno sarà ampiamente ripagato.
E’ così che partono da Castel del Piano e la prima sera fanno tappa a Tolentino. Un piccolo gruppo di persone.
C’è anche Lucio, un bambino. Ha solo nove anni, ma affronta l’avventura con la spensieratezza tipica della sua età. Arrivati a San Giovanni Rotondo, lui e la sua famiglia saranno ospiti di Mario Sanvico (la cui storia è ampiamente raccontata nel libro). La mattina dopo, finalmente, la messa.
Lucio la ricorda bene ancora oggi quell’emozione. Chierichetto, fu proprio lui ad aiutate Padre Pio nel corso della messa. E il giorno dopo ebbe anche l’opportunità della confessione.
Chi ha letto il libro, sa bene quale fosse il clima e la preoccupazione di chi si avvicinava alla confessione con il santo di Pietrelcina. Ma Lucio ha nove anni, e affronta la cosa con la giusta spensieratezza di un bambino. Che una volta seduto di fronte al quel frate, ha la “sfrontatezza” di dire la subito la verità, senza girarci intorno.
“Padre, io una volta ho detto una bestemmia…”
Lucio la riposta di Padre la ricorda perfettamente.
“Ah… cominciamo presto…”
E’ un frammento, un piccolo ricordo di una gita che ha segnato la vita di Lucio. Quell’esclamazione, quel – Ah..- pronunciato da Padre Pio, è rimasto nel cuore e nella testa di Lucio.Un ammonimento prezioso che non ha mai dimenticato.